L’Europa centro-meridionale si trova attualmente sotto l’influenza di un campo anticiclonico che trasporta aria mite dalle latitudini subtropicali marittime. Questo assetto sinottico, tipico del periodo invernale, favorisce condizioni atmosferiche stabili ma con un lato più insidioso: la formazione di nebbie e nubi basse nelle aree pianeggianti, fenomeni caratteristici delle stagioni fredde. Tuttavia, questa fase di relativa tranquillità atmosferica non è destinata a durare, poiché tra giovedì 19 e venerdì 20 dicembre una saccatura di origine nord-atlantica attraverserà rapidamente il continente europeo. Accompagnata da una perturbazione, questa saccatura favorirà l’ingresso di aria più fredda di estrazione polare-marittima anche alle nostre latitudini, riportando condizioni di instabilità e un primo calo termico.
L’alta pressione, pur arretrando temporaneamente, non abbandonerà del tutto la scena. Subito dopo questa perturbazione, una nuova pulsazione anticiclonica prenderà forma sull’Atlantico, aprendo la strada a un secondo impulso freddo che si prevede interesserà la penisola italiana tra il 23 e il 25 dicembre. Questo secondo passaggio avrà effetti più evidenti sul quadro meteorologico: l’Italia si troverà in una posizione intermedia tra la stabilità portata dall’anticiclone a ovest e la dinamica instabile generata dalla depressione sui Balcani. Tale configurazione porterà a un ulteriore abbassamento delle temperature, specie sul versante adriatico e nelle regioni meridionali, dove si potranno registrare precipitazioni, con possibili nevicate sull’Appennino fino a quote collinari. L’evoluzione dettagliata sarà oggetto di prossimi aggiornamenti, ma appare chiaro come questa fase sia improntata a una maggiore vivacità atmosferica rispetto alla precedente.
Nella parte conclusiva dell’anno, invece, l’anticiclone potrebbe rafforzarsi nuovamente, estendendo la sua influenza più direttamente sul Mediterraneo centrale. I modelli attuali suggeriscono che la figura di alta pressione tenderà a spostare i propri massimi dal vicino Oceano Atlantico verso l’Europa centro-occidentale, coinvolgendo così anche l’Italia. Sebbene sia ancora prematuro delineare con precisione la persistenza di questa configurazione, emergono segnali che lasciano intuire un consolidamento anticiclonico più duraturo, con conseguenze dirette soprattutto per il settore di Nord-Ovest, dove le precipitazioni potrebbero risultare scarse o del tutto assenti.
La fine dell’anno potrebbe dunque segnare un momento di svolta. La riduzione della vivacità atmosferica osservata fino ad ora pone l’Italia di fronte a un possibile bivio: assisteremo alla stabilizzazione di un quadro barico anticiclonico o, al contrario, ci saranno nuovi episodi perturbati con l’avvio del nuovo anno? La risposta a questa domanda dipenderà dalle prossime evoluzioni, con il Mediterraneo pronto a giocare un ruolo chiave nella dinamica atmosferica futura.
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