Terremoto scuote la Slovenia, avvertito anche a Trieste | DATI e MAPPE

Il sisma è stato avvertito in tutto il Paese ed anche in Italia, i dati ufficiali
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Un terremoto magnitudo ML 4.1 ha scosso la Slovenia nella notte: l’INGV segnala un sisma avvenuto alle 03:37:53 ad una profondità di 5 km. Secondo quanto riporta il servizio “Hai Sentito il Terremoto”, l’evento è stato avvertito anche a Trieste, Gorizia, Gradisca d’Isonzo, Premariacco, Aviano, Gemona del Friuli, Corno di Rosazzo, Nimis, San Daniele del Friuli e Torreano.

L’Agenzia per l’ambiente slovena ha localizzato il terremoto ad 8 km a Sud/Ovest di Škofja Loka ed ha riportato che il sisma è stato avvertito in tutto il Paese. Non si segnalano al momento danni a persone o cose.

Terremoto in Slovenia avvertito anche in Italia: l’analisi INGV

Un terremoto magnitudo Richter ML 4.1 è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale alle ore 03:37 italiane del 09 dicembre 2024, ad una profondità di 5.2 km. Il terremoto è stato localizzato a circa 20 km a Ovest della capitale Ljubljana (Lubiana), circa 50 Km a Est del confine italiano. L’epicentro odierno si colloca all’esterno dei confini dell’attuale mappa di pericolosità sismica italiana“: è quanto sottolinea l’INGV in una nota, dedicando un approfondimento al sisma avvenuto nella notte, pubblicato sul blog INGVterremoti.

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Un’analisi della sismicità storica dell’area “mostra come questo evento sismico si trovi compreso tra aree con pericolosità molto alta, caratterizzate da eventi di magnitudo fino a 6.9 (26 maggio 1511)“.

Entro 50 km di distanza dall’epicentro del evento odierno, un’estrazione dall’archivio storico macrosismico italiano ASMI DBMI15 v. 4.0 mostra, a partire dal 1600, 161 terremoti (entro 50 km di distanza), il più forte dei quali è avvenuto il 14 aprile 1895 (Mw 5.98) con un risentimento sismico pari a 8-9 MCS nella capitale“, spiegano gli esperti INGV.

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Timeline degli eventi sismici contenuti in CPTI15 per una distanza inferiore a 50 km dall’epicentro odierno, sull’asse y sono indicate le stime di magnitudo Mw

La mappa di scuotimento sismico (SHAKEMAP) dell’evento di oggi “calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC mostra dei livelli di scuotimento stimato fino quasi al IV grado MCS. La stazione sismica di LJU (Ljubljana) mostra infatti valori di PGA pari a 1.3%g e PGV pari a 0.35 cm/s“.

Inquadramento sismotettonico

Geologicamente, proseguono gli esperti INGV, “quest’area è la zona di contatto tra i thrust (faglie con movimento di tipo inverso) delle Alpi Meridionali, orientati prevalentemente est-ovest, e le strutture inverse del sistema dinarico, orientate in direzione nord ovest-sud est. La deformazione attiva in questa regione è associata a strutture di tipo trascorrente“.

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Per capire la causa della sismicità in questa regione “dobbiamo osservarne la sua posizione geografica in relazione all’adriatico. Questo mare si trova confinato tra due catene montuose, le Dinaridi e l’Appennino. Come sappiamo, la litosfera è suddivisa in blocchi (placche) in continuo movimento, per cui i loro bordi sono soggetti a sforzi di trazione, compressione e scorrimento: lungo i bordi che si trovano in compressione si formano delle catene montuose. Il bacino del Mediterraneo si trova in corrispondenza di un complesso “puzzle” di placche e microplacche. Il dominio adriatico corrisponde alla microplacca Adria che, per effetto della spinta della placca Africana verso NNE, si “incunea” nella placca Europea, con conseguente compressione e deformazione lungo i bordi. Il risultato è la formazione di due catene montuose che si “fronteggiano”: gli Appennini a SW e le Dinaridi a NE“.

Ciascuna delle due catene tende ad avanzare verso l’altra “e questo processo vede coinvolte porzioni sempre maggiori del fondale Adriatico, al punto che, allo stato attuale delle cose, le porzioni sommerse di entrambe le catene sono avanzate fino a incontrarsi più o meno al centro dell’Adriatico stesso. Questo processo porterà alla chiusura di questo bacino e all’emersione del fondale in tempi che però sono geologici (noi non lo vedremo e potremo continuare a fare il bagno sulle coste). Il movimento di convergenza, infatti, è mediamente molto lento, di pochi millimetri all’anno“, conclude l’INGV.

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