Come può l’Italia avviare un dialogo sul cambiamento climatico e sul futuro della transizione ecologica? Uno studio recente di Project Tempo, progetto europeo specializzato in ricerca sociale ed elettorale, ha fatto luce sulle tendenze e le divisioni che caratterizzano l’elettorato italiano rispetto alla crisi climatica e alle politiche nazionali necessarie per affrontarla. Dopo aver esplorato le crescenti aperture degli italiani verso un mix energetico che integra rinnovabili e nucleare, i nuovi dati sottolineano un ulteriore nodo cruciale: le soglie di disponibilità economica percepite dagli italiani per contribuire alla transizione verde.
Nonostante l’urgenza della crisi climatica e una diffusa consapevolezza dell’importanza di un’azione efficace, un tema comune tra tutti i gruppi elettorali è una disponibilità molto limitata a contribuire finanziariamente su base volontaria. Gli italiani fissano il massimo contributo accettabile a circa 25 euro al mese, con solo una parte dell’elettorato disposta a pagare di più. Questi dati evidenziano che i costi personali della transizione verde rappresentano una preoccupazione cruciale per gran parte della popolazione, che percepisce la lotta al cambiamento climatico come un “gioco a somma zero”, dove i sacrifici non sembrano generare benefici immediati e tangibili. Un ritorno economico incerto o insufficiente può diventare un ostacolo significativo per i decisori politici.
Sebbene gli oneri finanziari siano accolti con questa prudenza, lo studio rivela un ampio supporto trasversale nella transizione a favore di fonti di energia rinnovabile come l’eolica e la solare. Indipendentemente dall’affiliazione politica, la maggioranza degli elettori esprime sostegno per un maggiore utilizzo di energie sostenibili. Il 94% degli elettori di centrosinistra è a favore l’energia eolica, così come lo sono l’86% degli elettori di centrodestra. Partiti come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle mostrano un sostegno ancora più marcato, rispettivamente con il 95% e il 92% dei loro elettori. Anche tra gli elettori della Lega, c’è un grande sostegno per le rinnovabili: con l’82% favorevole all’energia eolica e il 75% a quella solare. Questi elettori sono disposti a contribuire con somme minime alla transizione verde: appena il 16% è disposto a pagare 25 euro al mese. Un sostegno aumenta al 27% laddove le politiche verdi non comportino costi aggiuntivi: un impegno cauto ma presente verso un futuro più sostenibile.
Lo studio
In un paese caratterizzato da visioni e priorità diverse, lo studio suggerisce che il successo delle politiche climatiche dipenderà dalla capacità di integrare misure ambientali con strategie economiche in sintonia con le diverse realtà della popolazione. Solo una comunicazione inclusiva, che affronti le preoccupazioni reali degli italiani, potrà superare le resistenze e costruire un consenso stabile su obiettivi più ambiziosi. La sfida sta nel creare una narrazione che evidenzi i benefici immediati e tangibili della transizione verde, coinvolgendo anche i cittadini meno convinti della sua urgenza.
Il rapporto si conclude con un messaggio chiaro per le istituzioni: solo un dialogo continuo e trasparente può favorire il sostegno pubblico. Dare voce a timori e aspettative, affrontando concretamente le priorità economiche e sociali del paese, è essenziale per costruire un futuro sostenibile realmente condiviso. Questo percorso, accompagnato da una leadership politica sensibile e pragmatica, può rappresentare una svolta decisiva nella lotta al cambiamento climatico e nella costruzione di un’Italia più coesa e sostenibile.
Maximo Miccinilli, consulente di Project Tempo, ha dichiarato: “i dati mostrano che un’economia debole sembra rafforzare la percezione che il clima rappresenti un problema perché potrebbe aggiungere un onere finanziario senza un beneficio economico immediato. Questo è un grande ostacolo per cambiare la percezione delle politiche a basse emissioni di carbonio come opportunità di crescita economica. Senza dubbio, affinché le politiche climatiche siano ampiamente supportate, il loro valore per le economie familiari deve essere dimostrato. Le grandi narrazioni non bastano. Le politiche di riduzione della CO₂ o gli obiettivi di Net Zero 2050 possono sembrare ‘troppo astratti per entusiasmare le persone’. Si tratta più di politiche climatiche e di economia reale, dell’impatto sulla vita quotidiana. La media di 25 euro al mese (300 all’anno) mostra fin dove arriva la disponibilità economica dei cittadini italiani nel contribuire al clima. C’è un’aspettativa che lo sforzo debba provenire da governi e imprese, senza rappresentare un peso finanziario per le persone. Se l’economia prevale, la transizione energetica potrà essere sostenuta con piccoli contributi, ma per ora non c’è intenzione di andare oltre. Questo potrebbe essere un elemento da considerare per i decisori politici in futuro”.