Continua la campagna di scavi nell’area marciana, sotto la direzione della Soprintendenza archeologica veneziana e in collaborazione con il comune di Venezia, che invece gestisce i cantieri per il restauro dei “masegni” in trachite euganea della attuale pavimentazione. Dalle indagini nell’immediato sottosuolo di Piazza San Marco, appare evidente come, nel corso dei secoli, i Veneziani hanno fatto e rifatto la più importante piazza della loro città. Dai sondaggi condotti dai tecnici della soprintendenza archeologica sono emersi più livelli di strati lapidei e tracce di muratura, antecedenti la costruzione della Basilica di San Marco, nei cui pressi sono state rinvenute le sepolture di alcuni individui: nell’alto Medioevo, infatti, sorgeva all’incirca nel mezzo della piazza una chiesa dedicata a San Gemignano ed era frequente seppellire i defunti a lato o all’interno degli edifici di culto.
La prima pavimentazione di Piazza San Marco sembra risalire al 1267, nel dogado di Ranieri Zeno: era fatta di mattonelle in cotto disposte a spina di pesce, dalla colorazione rossastra. C’è una fonte iconografica che ne restituisce un’istantanea, il dipinto su tela “la processione del Corpus Domini” eseguito nel 1496 da Gentile Bellini, una stupefacente visione panoramica di Piazza San Marco come appariva al visitatore del tardo Medioevo che vi entrava direttamente dalla “boca de piaza”.