Clima, piogge intense e sfruttamento del suolo riducono l’impollinazione degli insetti nelle primule

Uno studio "ha confermato che l'equilibrio delle morfologie floreali è di fatto alterato in tutta Europa"
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L’aumento delle piogge estive e l’uso intensivo del suolo stanno modificando le popolazioni di primule europee, favorendo i fiori che si autoimpollinano. Lo rivela uno studio pubblicato su Journal of Ecology, condotto dall’Università di Tartu con l’aiuto dei cittadini di oltre 32 Paesi, che he analizzato gli effetti dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento del territorio sulle piante impollinate dagli insetti. La primula (Primula veris) può avere due tipi di fiore: il primo – con stilo alto e stami alla base della corolla – viene generalmente impollinato dagli insetti, mentre il secondo – che ha uno stilo più corto e antere alte – può autoimpollinarsi con più facilità.

Per consentire una maggior variabilità genetica, tuttavia, l’evoluzione ha portato molte specie vegetali a favorire l’impollinazione incrociata da parte degli insetti. In una popolazione vitale di primule, la proporzione tra i due fiori è in genere bilanciata, ma nelle popolazioni europee gli scienziati hanno notato uno squilibrio significativo, con il 9% in più di fiori con stilo corto. “Questo studio – afferma l’autore principale Tsipe Aavik – ha confermato che l’equilibrio delle morfologie floreali è di fatto alterato in tutta Europa; quindi, questo cambiamento è molto più significativo”.

I ricercatori ipotizzano che questo possa essere un passo nel percorso evolutivo che aiuta le piante a far fronte agli effetti del riscaldamento globale, che causano la perdita e la frammentazione degli habitat, variazioni nella composizione degli impollinatori e un clima più caldo e umido.

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