L’impatto degli incendi in Canada: aumentate le nuvole di ghiaccio sull’Artico

Le nuvole di ghiaccio, costituite da minuscole particelle di acqua e ghiaccio, giocano un ruolo cruciale nella regolazione del clima
MeteoWeb

Nel 2023, i gravi incendi che hanno devastato il Canada hanno avuto un impatto inaspettato sull’Artico, contribuendo alla formazione di nubi di ghiaccio in condizioni più calde del solito. Questo fenomeno, descritto in uno studio pubblicato sulla rivista Atmospheric Research dall’Istituto Nazionale di Ricerca Polare del Giappone, potrebbe influenzare il bilancio energetico globale.

Le nuvole di ghiaccio, costituite da minuscole particelle di acqua e ghiaccio, giocano un ruolo cruciale nella regolazione del clima terrestre: riflettono la radiazione solare, riducendo la quantità di calore che raggiunge la superficie. Tuttavia, le nubi di ghiaccio riflettono meno raggi solari rispetto alle nuvole liquide, generando una dispersione di calore maggiore. Di solito, queste nubi si formano a temperature inferiori a -38°C, ma il recente studio ha rivelato che nell’Artico si sono formate a temperature più elevate, grazie alla presenza di particelle nucleanti. Queste particelle, provenienti da polveri minerali, aerosol organici e bioaerosol, facilitano la formazione di ghiaccio anche a temperature superiori al punto di congelamento abituale.

Gli incendi in Canada, Alaska e Russia sono una significativa fonte di queste particelle. Le concentrazioni di carbonio organico e black carbon rilasciate durante gli incendi possono viaggiare fino alle regioni artiche, dove influenzano la formazione delle nubi di ghiaccio. Durante le spedizioni del settembre 2023, gli scienziati giapponesi hanno osservato che le particelle rilasciate dagli incendi canadesi stavano contribuendo alla formazione di ghiaccio nelle nubi in condizioni di temperatura relativamente calda, intorno ai -15°C.

Questi risultati potrebbero migliorare la comprensione del trasporto di aerosol nell’Artico e potrebbero essere utilizzati per affinare i modelli climatici, suggerendo che gli incendi di vaste dimensioni avranno un impatto più esteso di quanto finora pensato.

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