Sono stati sentiti dai militari della Guardia di Finanza i due sopravvissuti della valanga che, poco dopo mezzogiorno di domenica 12 gennaio, si è staccata sul crinale est della Punta Valgrande, al confine tra l’Italia e la Svizzera, nel territorio comunale di Trasquera (Verbano-Cusio-Ossola), uccidendo tre scialpinisti. Proseguono infatti le indagini per accertare eventuali responsabilità e per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Oltre a loro, nell’area dov’è avvenuto il distacco c’erano almeno altri due gruppetti di persone: chi faceva parte di quello che si trovava più in basso potrebbe avere visto come è scesa la valanga, mentre un secondo gruppo è sopraggiunto sul luogo poco dopo: gli investigatori stanno valutando chi sentire e si tratta di testimonianze che potrebbero risultare utili alle indagini.
Sul posto, ieri, è stato effettuato un sopralluogo con l’elicottero della Guardia di Finanza, anche per verificare la presenza di eventuali tracce lasciate dal passaggio di altre persone. Sono stati inoltre sequestrati alcuni dispositivi, la cui analisi può essere utile a ricostruire la dinamica dell’incidente.
Soccorritore: “pericolo forse non visibile”
“Posso dire che non erano degli sprovveduti ma in montagna il pericolo non è sempre visibile”. Così a LaPresse Matteo Gasparini, del Soccorso Alpino, a proposito della valanga a Trasquera. “In un canale non puoi decidere dove passare, hai una unica opzione, e se ritieni che non ci siano le condizioni di sicurezza torni indietro. Non discuto le loro valutazioni, erano all’ombra e con il freddo, probabilmente l’instabilità dell’accumulo era dovuta all’azione del vento il giorno prima. Non se ne sono resi conto”, ha concluso Gasparini.