Eruzione Etna: si attenua l’attività esplosiva, in 6 giorni 1 milione di metri cubi di lava

Nel periodo 8-12 febbraio, il tasso di effusione della lava è stato in media compreso tra 2 e 3 metri cubi al secondo
MeteoWeb

Si attenua sull’Etna l’attività esplosiva al cratere di Sud-Est. Lo comunica l’INGV, che ha emesso un Vona (Volcano Observatory Notices for Aviation) di colore arancione, aggiungendo che è ancora in corso una debole emissione di cenere, che però è confinata alle zone sommitali del vulcano. Da quando l’8 febbraio è iniziata l’eruzione a 3050 metri di quota, alla base del cratere Bocca Nuova, l’Etna ha ‘vomitato’ un milione di metri cubi di lava. Nel periodo 8-12 febbraio, spiega l’INGV, il tasso di effusione della lava è stato in media compreso tra 2 e 3 metri cubi al secondo con ultimo dato di 3,2m3/s stimato il 12 febbraio alle ore 17.

“Si tratta di una tipica colata lavica etnea”, spiega all’AGI il vulcanologo Marco Neri.Se pensiamo che la colata del 1992, quella che arrivò a Zafferana Etnea, cumulò, dopo un anno e mezzo, circa 250 milioni di metri cubi. Quelli di oggi sono numeri piccolissimi in confronto alle colate laviche che l’Etna normalmente produce. Naturalmente, c’è la variabile tempo: il tasso di effusione, attraverso alcuni algoritmi, ci dà il campo lavico nel tempo e consente l’elaborazione di alcune mappe di possibile ricoprimento lavico, per vedere quali zone potrebbero essere raggiunte dalla lava entro un certo periodo di tempo“.

Quella cominciata l’8 febbraio “è una eruzione subterminale, la bocca è a una quota molto alta, intorno ai 3.000 metri, e i tassi di effusione non sono particolarmente alti: le colate, in questi casi, arrivano a percorrere 3 o 4 chilometri e poi si fermano, si raffreddano, senza arrivare alle zone urbanizzate. Adesso è un po’ a rischio la pista altomontana, ma prima che arrivi a una zona urbanizzata ce ne vuole di tempo“, ha detto l’esperto.

Grazie alle immagini acquisite dai satelliti SkySat (una costellazione di 15 ‘nanosatelliti’, piccoli satelliti artificiali con massa compresa tra 1 e 10kg, che orbitano a 450km di altitudine, in grado di catturare immagini ad alta risoluzione fino a 10 volte al giorno su qualsiasi area del pianeta con una capacità di raccolta di 4.000km al giorno), è stato osservato dagli scienziati dell’Istituto vulcanologico etneo che, dopo poco più di tre giorni dall’inizio dell’eruzione, la colata lavica aveva già percorso una distanza di oltre due chilometri e mezzo, ricoprendo un’area di duecentomila metri quadri.

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