Il Myanmar è stato scosso da un devastante terremoto di magnitudo 7.7, che il 28 marzo ha colpito la regione centro-settentrionale del Paese, tra le città di Sagaing e Mandalay. Secondo l’ultimo bilancio ufficiale diffuso dalla giunta militare, le vittime sono salite a 3.564, con oltre 5.012 feriti e 210 dispersi. Le Nazioni Unite stimano che circa 17 milioni di persone siano state coinvolte, di cui 9 milioni nei pressi dell’epicentro, distribuiti in 57 comuni gravemente colpiti.
Le operazioni di soccorso proseguono grazie all’intervento di squadre internazionali provenienti da Russia, Cina, India e Bielorussia. Il generale Min Aung Hlaing, leader della giunta e autoproclamato primo ministro, ha visitato le zone devastate di Mandalay, esprimendo pubblicamente gratitudine per gli aiuti ricevuti. Tuttavia, la situazione umanitaria resta critica: l’ONU segnala che il conflitto armato in corso sta complicando l’accesso agli aiuti nelle aree più remote. Le forze pro-democrazia accusano la giunta di bloccare deliberatamente i rifornimenti destinati ai territori sotto controllo dell’opposizione.