Inondazioni in Libia: quasi 7.000 morti accertati, nelle immagini dei satelliti la portata del disastro

Le immagini dei satelliti mostrano le zone della Libia orientale prima e dopo le devastanti inondazioni causate dal ciclone Daniel
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Secondo quanto comunicato dal Ministero della Salute libico, il numero dei morti a causa del ciclone Daniel è aggiornato a 6.872. 10.000 sono i dispersi e 30.000 le persone senza casa. Mentre gli aiuti internazionali cominciano a poco a poco ad arrivare sul posto, le stime delle vittime delle inondazioni continuano ad aumentare. A fronte delle 10.000 vittime dichiarate dalle agenzie umanitarie ufficiali come la Mezzaluna Rossa libica, il direttore del Centro medico Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi, citato dal Guardian, riferisce la nuova drammatica stima di 20.000 morti. Il mare continua a restituire i cadaveri delle vittime, riversi nelle strade, ma ci vorrà tempo perché un bilancio ufficiale sia confermato. La devastazione è anche peggiore di quanto si temeva inizialmente. “Il mare scarica costantemente dozzine di corpi”, ha detto Hichem Abu Chkiouat, Ministro dell’aviazione civile nell’amministrazione che governa la Libia orientale, ripreso dal quotidiano britannico, e ha aggiunto che la ricostruzione costerà miliardi di dollari.

Le immagini della Libia prima e dopo le catastrofiche inondazioni offerte dai satelliti rendono ancora di più l’idea della portata del disastro. Nelle immagini dei satelliti Sentinel-2 del programma Copernicus di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea, il colore del deserto, uniforme nell’immagine del 2 settembre, è costellato dal blu e dall’azzurro delle acque alluvionali nella foto del 12 settembre, dove anche il verde delle zone costiere si perde fra miriadi di macchie azzurre e biancastre.

La città di Derna è la zona più colpita: due dighe hanno ceduto, cancellando interi quartieri della città, come mostrano altre immagini satellitari. La sorprendente devastazione ha messo in luce l’intensità della tempesta, ma anche la vulnerabilità della Libia. Il Paese è diviso da governi rivali, uno a Est, l’altro a Ovest, e il risultato è stato l’abbandono delle infrastrutture in molte aree. Le inondazioni hanno danneggiato o distrutto molte strade di accesso a Derna, ostacolando l’arrivo delle squadre di soccorso internazionali e dell’assistenza umanitaria a decine di migliaia di persone le cui case sono state distrutte o danneggiate. La città si trova a 250 km a Est di Bengasi, dove ieri sono arrivati i primi aiuti internazionali. Conosciuta per le sue case dipinte di bianco e i giardini di palme, Derna si trova a circa 900 km a Est della capitale Tripoli. Gran parte della città fu costruita dall’Italia quando la Libia era sotto l’occupazione italiana nella prima metà del XX secolo.

Oltre a Derna, colpite anche al-Bayda, con almeno 3mila sfollati, e Bengasi con oltre 2mila. Si tratta della peggiore catastrofe naturale che abbia colpito la Cirenaica, la provincia orientale della Libia, dopo il grave terremoto che ha scosso la città orientale di al-Marj nel 1963.

Le immagini e i dati rilevati dai satelliti potranno aiutare a preparare mappe in alta definizione delle zone colpite, permettendo in questo modo sia un controllo accurato dei danni sia una risposta tempestiva.

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