Ok del Cdm alla prima legge italiana sullo spazio: Piano Nazionale con orizzonte di almeno 5 anni

Spazio, Urso: “il ddl ci pone all'avanguardia tra i grandi player globali, istituito fondo per la Space Economy di 150 milioni”
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Due importanti provvedimenti legislativi” sono stati approvati nel Consiglio dei Ministri “che riguardano il futuro del nostro Paese: il primo è un decreto legge sulle materie prime critiche, quindi riguarda il sottosuolo, con tutto quello che di prezioso c’è, il secondo è un disegno di legge e riguarda lo spazio. Lo ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.

La legge quadro sullo spazio è un disegno di legge collegato alla manovra economica” e “ci pone all’avanguardia tra i grandi player globali regolamentando l’attività sullo spazio: sia quella realizzata dall’Italia, sia quella realizzata da cittadini o imprese italiane dall’estero”, afferma Urso. Il ddl, aggiunge il Ministro, “è di impulso significativo per lo sviluppo per l’economia sullo spazio. Colma una lacuna ultra decennale del nostro Paese che, pur essendo uno dei grandi attori spaziali, pur avendo iniziato tra i primi l’avventura dello spazio con il primo lanciato 60 anni fa dalla base di Malini” in Kenya “non aveva ancora una legge nazionale sullo spazio come gli Stati Uniti hanno dal 1950 e altre 40 Nazioni al mondo hanno da tanti anni, tra cui 10 Nazioni dell’Unione europea”.

Ok alla prima legge italiana sullo spazio: Piano Nazionale con orizzonte di almeno 5 anni

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso, ha approvato la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy. La legge pone l’Italia all’avanguardia tra i grandi player globali e anticipa le intenzioni dell’Unione Europea in merito a un regolamento per il settore. Il provvedimento, collegato alla legge di bilancio, sottolinea il Mimit al termine del Cdm, “colma un vuoto nell’ordinamento, che non prevedeva una normativa di riferimento sul settore spaziale”.

Frutto di mesi di concertazione con i principali attori pubblici e privati del settore, il ddl – spiega il Ministero – “regolamenta l’accesso allo spazio da parte dei privati, offrendo grandi opportunità in un comparto che rappresenta il futuro dell’industria e una delle principali traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale. In tale contesto, viene prevista la necessità di un’autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero. Sono esenti dall’obbligo le attività spaziali già autorizzate da un altro Stato, se riconosciute in Italia in base a trattati internazionali. L’ASI è incaricata della vigilanza sugli operatori: in caso di non rispetto delle disposizioni di legge o degli impegni presi, l’autorizzazione sarà revocata. L’Agenzia si occuperà anche dell’immatricolazione nel Registro nazionale degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico per i quali l’Italia è Stato di lancio”.

Il ddl – rileva il Mimit – “prevede inoltre l’elaborazione di un Piano Nazionale per l’economia dello spazio, con un orizzonte di almeno cinque anni, che includa l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati. A supporto del settore, viene istituito un Fondo per la Space Economy con carattere pluriennale, che mira a promuoverne le attività, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali e sull’utilizzo commerciale delle infrastrutture, comprese quelle realizzate nell’ambito del PNRR e quelle a cui l’Italia partecipa in ambito di collaborazioni internazionali”.

Per agevolare l’accesso delle Pmi e delle start-up ai contratti pubblici – rileva il Ministero – “sono previste norme speciali in materia di appalti e per promuovere le attività e tecnologie aerospaziali. Il provvedimento disciplina le eventualità degli incidenti nello spazio. Gli operatori autorizzati devono stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con un massimale pari a 100 milioni di euro per episodio e, nel caso di sinistri, sono chiamati a rispondere in solido. È prevista anche la possibilità di massimali più bassi per ipotesi di rischio ridotto”.

Infine – sottolinea il Mimit – il ddl “prevede iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite e una riserva trasmissiva nazionale, fissando i principi sul diritto di sfruttamento da parte dei privati che utilizzano infrastrutture spaziali finanziate con fondi statali ed europei”.

L’Italia – aggiunge il Mimit – “conferma così il proprio ruolo di primo piano nel comparto: nel dicembre 2022 il nostro Paese ha allocato 3,1 miliardi di euro alla riunione del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea a livello ministeriale, ponendosi al secondo posto insieme alla Francia e solo dopo la Germania per quanto concerne i programmi obbligatori, e al primo posto per i programmi opzionali. In aggiunta, a livello nazionale, l’Italia ha stanziato 2,3 miliardi nel budget dell’ASI e avviato un processo di investimento per attuare i programmi spaziali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In totale, grazie agli investimenti pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti dall’Italia per i programmi spaziali fino al 2026, l’intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa“.

Urso: “istituito fondo per la Space Economy di 150 milioni”

Nel ddl “viene istituito un fondo per la Space Economy con carattere pluriennale, un fondo finanziato in manovra economica, che per il momento ammonta a 150 milioni di euro. Ma le risorse che sono state collocate dal Governo nella vasta area del comparto spaziale da qui al 2026 ammontano a 7 miliardi e 300 milioni di euro”, ha affermato il Ministro Adolfo Urso nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm illustrando il provvedimento, “che prevede una prima parte che riguarda tutto l’aspetto ordinamentale e una seconda parte che riguarda come sviluppare l’impresa italiana sullo spazio”. Il regolamento, aggiunge, “prevede che sia l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a vigilare sugli operatori, a certificare tecnicamente i vettori, e sia poi il Comitato interministeriale sullo spazio che ne dia l’autorizzazione politica”.

Il ddl, spiega, “prevede l’elaborazione di un piano nazionale per l’economia dello spazio, con un orizzonte di almeno cinque anni, che includa l’analisi, la valutazione e la quantificazione del fabbisogno del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati“.

Le risorse che sono state collocate dal Governo nella vasta area del comparto spaziale da qui al 2026 ammontano a 7 miliardi e 300 milioni di euro “perché se noi sommiamo i 3,1 miliardi di euro che abbiamo destinati all’attività triennale dell’Agenzia Spaziale Europea, dove siamo uno dei tre grandi paesi finanziatori, e ogni euro che diamo al programma spaziale dell’Agenzia Europea si calcola che almeno tre tornano alle imprese italiane. È il programma triennale che abbiamo varato, il mio primo atto di governo nel novembre del 2021 alla Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea che si tenne a Parigi. Se a questi 3,1 raggiungiamo 2,3 miliardi del budget dell’ASI, dell’Agenzia Spaziale Italiana, e se sommiamo sostanzialmente le risorse del PNRR destinate allo spazio con le risorse dei bilanci dello Stato destinati allo spazio, giungiamo appunto a un ammontare complessivo che verrà impiegato nei vari progetti spaziali di 7,3 miliardi di euro da qui al 2026″.

Valente (ASI): “il ddl è un passo importante, definito un quadro normativo innovativo”

La presentazione del Disegno di Legge è un passo importante per il settore spaziale italiano. L’architettura contenuta nella bozza che oggi il Ministro Urso ha presentato in Consiglio dei Ministri definisce un quadro normativo innovativo che andrà a regolamentare un settore fondamentale per l’economia del Paese, grazie anche agli importanti sviluppi che si avranno nel prossimo futuro“. Ad affermarlo è Teodoro Valente, il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Il documento, rileva, “favorisce l’ingresso dei privati nel settore spazio, regolamentandone l’accesso e l’operatività in diverse attività. Accanto a questo, aggiunge importanti misure economiche di sostegno, per rafforzare il settore in una logica di sistema. L’attenzione particolare che si pone alle Pmi, con l’incremento delle misure di supporto, permetterà di attribuire maggior valore al Made in Italy spaziale per affrontare le sfide in campo internazionale così da consolidare il ruolo di leadership nel settore. Voglio, peraltro, ricordare che le future norme affidano all’Agenzia Spaziale Italiana un ruolo rilevante di autorità di controllo e vigilanza delle attività che gli operatori privati andranno a realizzare”, conclude.

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