Archeologia, straordinaria scoperta in Azerbaijan: una “mensa” di 3.500 anni fa | FOTO

Era forse usata dalle popolazioni nomadi del Caucaso meridionale: il racconto dell'archeologo Laneri che guida il team a Tava Tepe
  • mensa 3500 anni fa azerbaijan
    Foto Ansa
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Straordinaria scoperta archeologia a Tava Tepe, in Azerbaijan, dove gli archeologi hanno trovato una mensa di 3500 anni fa, con stoviglie di ceramica ancora sul posto e alloggiamenti per i bracieri. La scoperta è opera di un team di archeologi diretto dal Professor Nicola Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico all’Università di Catania, ed è avvenuta nel corso di una campagna condotta con il contributo del Ministero degli Esteri, del Camnes di Firenze con l’Accademia delle Scienze dell’Azerbaijan.

La mensa, a pianta circolare e verosimilmente tutta coperta da un incannucciato, è situata in una posizione panoramica, ben visibile dai viaggiatori che percorrevano la valle lungo il fiume Kura, probabilmente popolazioni nomadi del Caucaso meridionale.

Si tratta di una scoperta unica sia per il tipo di scavo da cui è emersa, che apre un nuovo filone di indagini archeologiche in Azerbaijan, sia per la funzione che può aver avuto e su cui gli esperti dovranno ora applicarsi. Lo scavo infatti è unicum che potrebbe aprire nuove frontiere nello studio delle antiche civiltà caucasiche e sulla loro organizzazione.

“È difficile trovare insediamenti come questo di questa epoca: generalmente si scavano i Kurgan (i tumuli sepolcrali costruiti sopra una tomba) oppure si cercano insediamenti fortificati da murature ciclopiche sulle montagne. Ma a tutti noi che ci occupiamo di questa regione ci interessa vedere come la componente nomadica si sia trasformata“, dice il professor Nicola Laneri che co-dirige il progetto assieme al Professor Bakhtiyar Jalilov dell’Accademia delle Scienze dell’Azerbaijan. E infatti, il lavoro “iniziato nel 2018 con l’obiettivo di studiare le società del Caucaso Meridionale tra il IV e il I millennio a.C., e dopo aver scavato i cunicoli del 4 millennio, si è poi concentrato nello scavare questo insediamento del 1.500 a.C.. Sapevamo dei gruppi gentilizi che risiedevano negli insediamenti dalle mura ciclopiche ma poco si sapeva degli insediamenti a valle”.

“Abbiamo iniziato scavando delle strutture abitative ma poi abbiamo riscontrato la presenza di una struttura a pianta circolare del diametro di 15 metri che ne conteneva un’altra più piccola al suo interno”, racconta l’archeologo italiano, spiegando che quello che poteva sembrare un centro cerimoniale con l’avanzare degli scavi ha portato in luce ben altro. “Abbiamo trovato un deposito di ceramiche e non ne capivamo il perché. Poi è emersa una zona che custodiva cumuli di cenere e ossa animali, resti di bracieri che servivano alla cottura di alimenti”, i cui resti resistevano ancora dentro i contenitori ceramici. Quindi dal XV fino ad almeno l’VIII secolo a.C., le persone si ritrovavano qui per condividere il cibo ma il mistero ancora da scoprire è se lo facessero con un intento cerimoniale o se il centro fosse una sorta di luogo di servizio per i viandanti.

Infatti, “in ‘cucina’ abbiamo trovato dei token, dei gettoni, di argilla con impronte umane. Questa scoperta ci ‘aiuta’ a complicare la questione: questi gettoni a cosa servivano? La loro presenza ci fa pensare che c’era uno scambio ma non sappiano come avvenisse. Siamo di fronte ad una comunità di nomadi ma nella zona ci doveva essere anche una comunità agricola. Quindi forse di poteva essere un elemento di scambio che non era mai stato visto prima, un elemento che denota una maggiore complessità dell’organizzazione sociale”.

Ma c’è anche un altro elemento “straordinario“, spiega il Professor Laneri. “La straordinarietà della scoperta sta nell’altissima densità di stoviglie – sono stati ritrovati almeno 100 vasi – che venivano riposte lungo il circolo esterno dell’edificio, e dei ritrovati residui di animali” che erano stati cucinati nella mensa. Si tratta insomma di un insediamento unico (“ne erano stati trovati altri in Georgia ed Armenia ma mai in questa zona e tanto meno mai con una cucina“) e di un lavoro di cui il gruppo di lavoro va molto fiero e che con molte probabilità consentirà di proseguire il lavoro con nuovi progetti in Azerbaijan.

Il Prof. Laneri presenterà in anteprima la scoperta venerdì 12 luglio al Naxos Archeofilm, il festival internazionale del cinema archeologico, su invito di Gabriella Tigano, archeologa e direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina che organizza la manifestazione.

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