Giappone, cresce la paura per il “megaterremoto”: corsa alle scorte

L'allerta riguarda la zona di subduzione della fossa di Nankai, situata tra 2 placche tettoniche nell'Oceano Pacifico
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L’ansia tra la popolazione in Giappone è in aumento a seguito dell’allerta lanciata dalle autorità riguardo a un possibile “megaterremoto“, dopo la scossa di magnitudo 7.1 che ha colpito giovedì scorso il sud del Paese. La preoccupazione è ulteriormente cresciuta oggi, dopo una scossa magnitudo 6.8 al largo della costa sudorientale dell’isola russa di Sachalin, a Nord dell’isola giapponese di Hokkaido. In risposta a questa situazione, le autorità giapponesi hanno invitato la popolazione a non accumulare scorte, mentre si registra un aumento della domanda di kit di emergenza e beni di prima necessità.

A Tokyo, un supermercato ha affisso un cartello per scusarsi con i clienti per la carenza di alcuni prodotti, attribuita alle “notizie dei media relative al terremoto“. Il cartello avvertiva inoltre di possibili restrizioni alle vendite, evidenziando che l’acqua in bottiglia è già stata razionata a causa di problemi di approvvigionamento.

Nel frattempo, il sito web del colosso giapponese dell’e-commerce Rakuten ha segnalato un picco nella domanda di bagni portatili, cibo conservato e acqua in bottiglia, che risultano tra gli articoli più richiesti. Secondo i media locali, anche alcuni rivenditori lungo la costa del Pacifico stanno riscontrando un aumento significativo nelle richieste di forniture legate all’emergenza.

L’allerta riguarda in particolare la zona di subduzione della fossa di Nankai, situata tra 2 placche tettoniche nell’Oceano Pacifico, dove in passato si sono verificati terremoti di grande intensità. Il governo giapponese ha stimato che esiste una probabilità del 70% che un grande terremoto colpisca questa regione nei prossimi 30 anni.

L’allarme “mega terremoto” in Giappone

Si tratta del primo allarme di questo tipo, formulato con le nuove direttive create nel 2019 per segnalare chiare procedure di evacuazione nelle zone più a rischio, come l’aggregazione ai punti di raccolta, consigli sulle scorte di sopravvivenza, tra cui acqua, cibo, medicine, lista di contatti familiari e principi base di prevenzione all’interno delle proprie abitazioni.

Nel bollettino sono indicati anche i criteri di assistenza per le persone disabili e gli anziani, perché nulla deve essere lasciato al caso e all’improvvisazione in un Paese che fa della coesione sociale la prima regola di comportamento. In questo contesto l’area geografica è ben conosciuta: quella fossa del Nankai che si estende a circa 900 km al largo della costa a sud del Paese, pressoché parallela alla linea tettonica mediana giapponese, e che copre una faglia che è all’origine dei più devastanti terremoti degli ultimi secoli con una regolarità impressionante, in media ogni 125 anni. Nel 1707, un movimento tellurico provocò la frattura dei segmenti della placca Nankai con una magnitudo stimata 8.6, contribuendo ad innescare anche l’ultima eruzione del Monte Fuji. A quel sisma sono seguiti due potenti mega-terremoti, nel 1854 e poi un paio nel 1944 e nel 1946. A destabilizzare la percezione collettiva, anche il fatto che l’avviso della Jma coincide con la festività dell’Obon di metà agosto, una tradizione buddista che vede la popolazione giapponese spostarsi in massa, ricongiungendosi alle proprie famiglie per onorare gli spiriti dei propri antenati. Da qui alla prossima settimana le municipalità di oltre 700 cittadine e villaggi di 29 prefetture dell’arcipelago saranno sottoposte a speciale osservazione dalle autorità, comprese la centrali nucleari operanti, memori di quanto avvenuto a Fukushima nel 2011. Per tali motivi, la città balneare di Shirahama, nella prefettura di Wakayama, ha deciso di chiudere le sue spiagge per una settimana e ha annullato la festa con i tradizionali fuochi d’artificio.

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