Un recente studio pubblicato su Nature Neuroscience ha rivelato un aspetto sorprendente della gravidanza: le regioni del cervello umano possono ridursi di dimensioni durante questo periodo, ma al contempo, la loro connettività migliora. Questi risultati, frutto di ricerche approfondite basate sulle scansioni cerebrali di una madre, potrebbero rappresentare una delle prime mappe complete dei cambiamenti neuroanatomici che avvengono prima, durante e dopo la gravidanza. Questi mutamenti cerebrali, benché finora poco compresi, stanno iniziando a gettare luce sul legame tra la neuroplasticità femminile e la transizione verso la maternità.
Gravidanza e cervello: un enigma da svelare
Secondo lo studio, quasi l’85% delle donne sperimenta una gravidanza almeno una volta nella vita, con circa 140 milioni di gravidanze registrate ogni anno nel mondo. Sebbene sia noto che la gravidanza comporti importanti trasformazioni fisiologiche, i cambiamenti a livello neurale restano meno esplorati. L’attenzione si è tradizionalmente concentrata sugli aspetti endocrini e fisici della gravidanza, come i cambiamenti ormonali o le modifiche fisiche del corpo, trascurando in gran parte i fenomeni che avvengono a livello cerebrale. Tuttavia, questo nuovo studio colma una lacuna significativa, evidenziando come la gravidanza impatti profondamente la struttura e la funzione del cervello.
Il caso di studio: 26 scansioni cerebrali per mappare i cambiamenti
Il team di ricerca guidato da Laura Pritschet ha esaminato i cambiamenti cerebrali associati alla gravidanza in una donna sana di 38 anni, utilizzando 26 scansioni magnetiche condotte in un arco di tempo che va da tre settimane prima del concepimento fino a due anni dopo il parto. Le prime quattro scansioni sono state eseguite prima del concepimento, 15 scansioni durante i trimestri della gravidanza e 7 nei due anni successivi al parto. Questi dati sono stati poi confrontati con le scansioni cerebrali di otto individui di controllo, per individuare eventuali differenze specifiche della gravidanza.
I risultati dello studio sono stati sorprendenti. Gli autori hanno osservato una riduzione diffusa del volume e dello spessore della corteccia cerebrale già entro la nona settimana di gravidanza. Questi cambiamenti si sono rivelati particolarmente pronunciati nella “rete di modalità predefinita” (default mode network), una regione del cervello associata alla cognizione sociale, ovvero la capacità di comprendere e interpretare il comportamento degli altri.
Oltre alla riduzione del volume corticale, i ricercatori hanno riscontrato un aumento della microstruttura della materia bianca, del volume dei ventricoli cerebrali e del liquido cerebrospinale. Questi cambiamenti neuroanatomici sono stati strettamente correlati ai livelli crescenti di due importanti ormoni: l’estradiolo e il progesterone. La combinazione di queste osservazioni indica che i cambiamenti cerebrali durante la gravidanza non solo interessano la struttura fisica del cervello, ma anche la sua funzione complessiva e la sua capacità di connessione interna.
Cambiamenti persistenti oltre la gravidanza
Una delle scoperte più affascinanti riguarda la persistenza di alcuni cambiamenti cerebrali dopo il parto. Sebbene alcune alterazioni osservate, come la riduzione del volume corticale e dello spessore, siano risultate reversibili e siano tornate a livelli simili a quelli del pre-concepimento circa due mesi dopo il parto, altre modifiche sembrano permanere per periodi più lunghi. A due anni dal parto, infatti, alcune regioni cerebrali mostravano ancora segni di adattamento. Questo suggerisce che la transizione verso la maternità possa comportare cambiamenti neurali a lungo termine, potenzialmente influenzando il cervello per anni dopo la nascita del bambino.
Implicazioni per la salute mentale e il comportamento materno
Lo studio apre una nuova strada per comprendere le implicazioni dei cambiamenti cerebrali associati alla gravidanza, non solo in termini di neuroscienza pura, ma anche per quanto riguarda la salute mentale perinatale. La gravidanza e il periodo post-partum sono spesso accompagnati da rischi per la salute mentale, come la depressione post-partum o l’ansia. La riduzione del volume corticale in alcune aree potrebbe giocare un ruolo in questi stati psicologici, aprendo la strada a ulteriori ricerche per esplorare eventuali collegamenti tra cambiamenti cerebrali e disturbi perinatali.
Gli autori dello studio suggeriscono che queste variazioni neurali potrebbero anche influenzare i comportamenti genitoriali. La rete di modalità predefinita, ad esempio, è legata a funzioni cognitive cruciali per l’interazione sociale e l’empatia, qualità essenziali per il rapporto madre-figlio. Il fatto che questa regione sia particolarmente soggetta a cambiamenti potrebbe indicare che il cervello si stia adattando alle nuove esigenze sociali e emotive della maternità.
La neuroplasticità femminile: adattamento o vulnerabilità?
Un’altra questione sollevata dalla ricerca riguarda il rapporto tra i cambiamenti cerebrali durante la gravidanza e l’invecchiamento del cervello. Il cervello femminile, infatti, sembra particolarmente plastico durante la gravidanza, adattandosi ai nuovi bisogni imposti dal ruolo materno. Tuttavia, non è ancora chiaro se questa plasticità possa avere effetti a lungo termine sulla salute cerebrale della donna. Alcuni studi suggeriscono che la gravidanza possa contribuire a proteggere il cervello dall’invecchiamento, mentre altri ipotizzano che queste alterazioni possano rendere il cervello più vulnerabile a determinate condizioni neurologiche nel corso della vita.
La necessità di ulteriori ricerche
Sebbene lo studio di Pritschet e colleghi rappresenti un importante passo avanti nella comprensione dei cambiamenti cerebrali durante la gravidanza, è evidente che ci sia ancora molto da scoprire. Questo studio ha esaminato i cambiamenti in una singola madre, e sebbene i risultati siano stati confrontati con un gruppo di controllo, è necessario espandere la ricerca a una popolazione più ampia per comprendere se questi cambiamenti siano comuni o se esistano variazioni significative da individuo a individuo.
Inoltre, le implicazioni a lungo termine per la salute cerebrale delle donne rimangono poco chiare. La persistenza di alcuni cambiamenti a due anni dal parto solleva interrogativi su come il cervello si adatti nel corso del tempo e su quali siano le conseguenze per la salute mentale e cognitiva delle madri.