Campi Flegrei, in Calabria la maxi tendopoli in caso di evacuazione. Domani scatta la zona rossa per l’esercitazione

Campi Flegrei, oggi e domani i giorni clou dell'esercitazione della protezione civile che simula un'eruzione del supervulcano più pericoloso d'Europa. I dettagli
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Il test di oggi è un momento importante, non è secondaria la gestione dei reperti culturali che sono memoria della nostra comunità, patrimonio molto presente, ovunque, sul territorio nazionale, si deve lavorare con ministro della Cultura per mettere in sicurezza i luoghi, le opere della nostra storia, sia quelle danneggiate che possono essere facilmente restaurate con le attività del ministro della Cultura, che non danneggiate“. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, a margine dell’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico in corso nell’area dei Campi Flegrei sino al 12 ottobre.

Oggi è prevista la simulazione dello stato di allerta arancione e si procede alla messa in sicurezza e alla movimentazione dei beni culturali presenti nel Castello di Baia, che si trova nella zona rossa. Sull’esercitazione, Ciciliano ha proseguito: “Si comprime in pochi giorni quello che tecnicamente potrebbe succedere anche in diverse settimane e mesi, ovviamente è un’organizzazione di carattere gestionale, aspettiamo l’Ingv per la comunicazione eventuale dell’innalzamento del livello di criticità per mettere in moto ulteriore attività, altri meccanismi per mettere in sicurezza le popolazioni che devono essere spostate, che ora invece si spostano in modo volontario, dal loro luogo di residenza presso le regioni gemellate, che sono un’importante attività che fa in modo che queste popolazioni siano accolte dalle comunità“, ha concluso Ciciliano.

Tendopoli per gli sfollati dei Campi Flegrei: individuata enorme area in Calabria

I terreni gestiti dalla Fondazione Terina (ente in house della Regione Calabria), situati nell’area industriale di Lamezia Terme, sono stati individuati quali siti sui cui allestire una tendopoli in grado di ospitare decine di migliaia di persone nell’eventualità in cui dovesse rendersi necessario procedere ad operazioni di evacuazione nell’area dei Campi Flegrei. Sempre nella stessa zona, è in programma per il 19 e 20 ottobre prossimi il Terzo Raduno interregionale del volontariato di Protezione civile organizzato dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, in collaborazione con la Regione Calabria e con il coinvolgimento delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Auspico che ciò non debba mai accadere, né durante il mio mandato né in seguito, ma è ovvio che qualora dovesse rendersi necessario c’è la disponibilità assoluta da parte della mia comunità a fornire aiuto e supporto alla popolazione flegrea“. Così, il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, nel commentare all’Adnkronos la scelta dell’area industriale della città quale sito destinato a ospitare una tendopoli in caso di evacuazione di emergenza ai Campi Flegrei.

Esercitazione Campi Flegrei, domani allerta rossa

Esorto i cittadini dei sette comuni dell’area rossa a partecipare”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, a margine dell’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico in corso nell’area dei Campi Flegrei. Domani è prevista l’esercitazione con il passaggio dell’allerta dal colore arancione a quello rosso sullo stato di allerta e di attività del vulcano. ”E’ un discorso di consapevolezza”, ha aggiunto Ciciliano, ”è ovvio che la consapevolezza accresce quelle che sono le conoscenze del rischio di questa area. Sicuramente è un’area complessa, però questa complessità non è nata ieri, ma soprattutto non finisce domani”.

Alla prova sono segnalate, in base a ciò che dice il portale su cui è stato possibile prenotarsi, 1.500-1.600 persone. Non sono sicuramente poche e a queste si aggiungeranno quelle che si recheranno direttamente agli stand“. Così il capo dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, a Bacoli per la terza giornata dell’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico nell’area dei Campi Flegrei. “Il successo dell’attività di esercitazione nei Campi Flegrei – aggiunge Ciciliano, commentando anche le polemiche dei mesi scorsi sulla scarsa partecipazione dei cittadini – deve essere visto in due direzioni. Una molto importante e che prescinde dalla popolazione, che è il test di risposta della Protezione civile all’evento. Poi c’è il secondo elemento, ovvero la partecipazione della popolazione per limare meglio le attività del sistema di risposta all’emergenza e accrescere la consapevolezza dei territori su questo tipo di rischio“.

E’ importante che i cittadini dei sette Comuni dell’area rossa dei Campi Flegrei per il vulcano partecipino, perché così imparano cosa fare se ci fosse davvero l’allerta; la loro presenza è anche uno stimolo per la protezione civile e gli altri corpi“, ha aggiunto Ciciliano. “Questa esercitazione – ha concluso – deve raggiungere due importanti risultati. Il primo è il test del sistema di risposta di Protezione Civile che si svolge indipendentemente dalla presenza della cittadinanza, anche se con la loro presenza i test che si fanno risultano più affinati, più precisi. Il secondo risultato è ovviamente legato direttamente alla presenza dei cittadini, per un forte discorso di consapevolezza sul rischio di questa area. Sicuramente è un’area complessa, ma questa complessità non è nata ieri e soprattutto non finisce domani“.

L’attività dell’ANAS nell’esercitazione: cosa succederà in caso di eruzione

Nell’ambito dell’esercitazione “Exe Flegrei 2024” – sotto l’egida del Dipartimento della Protezione Civile – è stata istituita la Direzione di Comando e Controllo (DiComaC) presso la sede logistica regionale di San Marco Evangelista (CE) della quale (oltre a Prefetture, Enti, Istituzioni e Forze dell’Ordine Territoriali) fa parte anche Anas con il proprio personale nella Funzione “Mobilità”, sotto il Coordinamento di Viabilità Italia. In particolare, anche in relazione al fatto che la Sede della Sala Operativa Territoriale di Anas Campania ricade all’interno della cosiddetta “Zona Rossa Flegrea” – a Fuorigrotta, a Napoli – Anas ha messo in atto il trasferimento di tale Centrale Operativa (comprendente il personale e le necessarie attrezzature e strumentazioni) presso per una Sala Operativa alternativa, individuata nei pressi del Centro di Raccolta Anas a Vico Equense (NA), in località Bikini. L’obiettivo resta quello di garantire la continuità del controllo della rete stradale e autostradale in gestione, anche in caso di eventuali situazioni di emergenza che dovessero realmente verificarsi su strada, come da attività ordinaria. Oltre che garantire, come di consueto, la continuità della circolazione anche lungo le arterie viarie individuate quali “vie di fuga“, infatti, il personale in servizio si è occupato anche di testare lo scambio di informazioni con i cosiddetti “posti di comando” e con il proprio personale sul territorio, al fine di assicurare la massima operatività in ogni circostanza.

Le Ferrovie dello Stato partecipano all’esercitazione

Un treno Frecciarossa 1000 partirà il 12 ottobre dalla stazione di Napoli Centrale alle ore 11.45 e raggiungerà Aversa simulando, per i cittadini di Pozzuoli, Soccavo e Bagnoli, l’allontanamento della popolazione dell’area flegrea in caso di rischio vulcanico. Altri due convogli stazioneranno rispettivamente nelle stazioni di Aversa e di Villa Literno. Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane partecipa così all’esercitazione nazionale di protezione civile “EXE Flegrei 2024”, in programma dal 9 al 12 ottobre e coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regione Campania. L’esercitazione prevede il coinvolgimento attivo dei Comuni della zona rossa dei Campi Flegrei e la verifica del piano di allontanamento della popolazione per il rischio vulcanico. In particolare, il Gruppo FS verificherà le procedure di emergenza previste dal Piano di Settore ferroviario per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei, l’allestimento “reale” delle aree di incontro presso le stazioni di Napoli Centrale, Napoli Afragola, Villa Literno e Aversa e la simulazione del Piano di Trasferimento “assistito” con il vettore ferroviario.

È infatti previsto, da Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che alla dichiarazione di fase di “allarme” tutta la popolazione dovrà abbandonare la zona rossa e potrà scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il piano di trasferimento assistito via treno prevede uno spostamento della popolazione pari 126.752 cittadini dall’area rossa con una percentuale che arriva al 52% rispetto agli altri mezzi di trasferimento (autobus e nave). Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore: le prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico, le successive 48 ore per la partenza della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali, e le ultime 12 ore come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di Protezione Civile. Per chi sceglie di essere assistito è stato definito uno schema di gemellaggio che prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane.

Campi Flegrei, il primo test di questo tipo nella storia d’Italia

E’ il primo test in Italia che facciamo come ministero a questo livello, con un piano e un protocollo di sistema. Sono stati già fatti test su specifici territori sulla salvaguardia dei beni culturali, ma con questa modalità possiamo dire che la Campania è la prima in Italia e può essere d’esempio per altre regioni“. Lo dice il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, che ha partecipato alla terza giornata di esercitazione nazionale sul rischio vulcanico nell’area dei Campi Flegrei. In particolare, Borgonzoni ha assistito alle operazioni relative alla simulazione di movimentazione e messa in sicurezza dei beni mobili presenti nel Museo del Castello di Baia. “Per questo motivo ritengo che questo sia molto bello – aggiunge – ed è un grande segnale che venga fatto in Campania”. Borgonzoni spiega quindi le varie fasi dell’esercitazione: “I beni culturali verranno presi in una fase di emergenza – dice – che non è uguale a quella dei cittadini, ma scatta prima, quando si è ancora in allerta arancione. Però la velocità è essenziale anche in questo, soprattutto per cercare di salvare più patrimonio possibile“. Viene quindi fatta una graduatoria del patrimonio da salvare, tenendo conto “non solo di quanto un bene possa rappresentare a livello nazionale – aggiunge – ma anche per gli stessi territori, quanto venga riconosciuto dalla popolazione di quel luogo. Venendo dall’Emilia Romagna e avendo vissuto sia l’alluvione che il terremoto, mi sono resa conto di come i cittadini cerchino di salvare il patrimonio ancor prima di salvare se stessi e i loro oggetti, proprio perche’ il patrimonio e’ identitario, sono le nostre radici, in cui ci riconosciamo“.

La situazione di Ischia dopo l’alluvione del 2022

Su Ischia c’è una sovrapposizione tra la struttura di Legnini come commissario delegato per l’alluvione, che scade a fine ottobre, e la figura dello stesso Legnini come commissario straordinario per l’emergenza sismica, che è di otto anni prima. La componente della gestione emergenziale, per quanto riguarda il codice di Protezione civile, esaurisce la sua funzione, ma si cerca di lavorare in una direzione condivisa per fare in modo che quei territori non rimangano soli“. Parlando a Bacoli, a margine dell’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico nell’area dei Campi Flegrei, il capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano, risponde così a una domanda dei giornalisti sulla conclusione dello stato di emergenza per l’alluvione di Ischia del 2022. Ciciliano elogia poi la decisione dei sei comuni dell’isola di dotarsi di un piano di emergenza. “E’ un aspetto importante – spiega – perchè i territori da soli non riescono a governare un fenomeno così importante, che dovrebbe essere gestito in un ambito più generale, come quello dell’intera isola“. In merito alle richieste dei sindaci dell’isola, che vorrebbero una proroga dello stato di emergenza per accelerare la ricostruzione, Ciciliano fa notare che “il discorso della ricostruzione è importante, ma è successivo al lavoro che fa il sistema nazionale di Protezione civile, che e’ un po’ il pronto soccorso delle comunità. E’ ovvio – conclude – che l’utilizzo delle deroghe e delle possibilità che il commissario riesce ad avere rispetto alla gestione ordinaria accelera le procedure“.

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