L’inquinamento provoca un boom di accessi nei pronto soccorso

"I casi di traumi legati all'inquinamento atmosferico riguardavano in genere i pazienti più giovani, mentre nei pazienti più anziani (oltre i 65 anni) erano più comuni le difficoltà respiratorie legate all'inquinamento"
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Un nuovo studio, presentato al Congresso Europeo di Medicina d’Emergenza, ha rivelato una correlazione significativa tra l’aumento delle polveri sottili nell’aria e il numero di accessi ai pronto soccorso. I ricercatori, guidati da Andrea Rossetto dell’Università di Firenze e dell’Ospedale Careggi, hanno scoperto che, anche rispettando i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, i livelli di particolato (PM2,5 e PM10) si associano a un incremento dei casi di traumi, difficoltà respiratorie e problematiche cutanee.

Questo studio indaga le fluttuazioni dell’inquinamento atmosferico sul carico di lavoro complessivo del pronto soccorso“, spiega Rossetto. In collaborazione con Alessio Gnerucci dell’Università di Firenze, il team ha analizzato i dati relativi a 307.279 accessi al pronto soccorso del Careggi tra il 2019 e il 2022. I ricercatori hanno messo a confronto i dati sui pazienti con i livelli giornalieri di particolato nei pressi degli indirizzi di residenza degli stessi, fino a 30 giorni prima dell’arrivo in pronto soccorso.

Dai risultati è emerso un incremento del 10-15% negli accessi giornalieri al pronto soccorso nei giorni successivi a un aumento dei livelli di PM2,5 e PM10. In particolare, si è registrato un aumento dei casi di traumi, difficoltà respiratorie e malattie della pelle. “I casi di traumi legati all’inquinamento atmosferico riguardavano in genere i pazienti più giovani, mentre nei pazienti più anziani (oltre i 65 anni) erano più comuni le difficoltà respiratorie legate all’inquinamento“, chiarisce Rossetto.

Inoltre, i traumi erano quasi sempre incidenti stradali, probabilmente causati dal traffico pesante, che contribuisce all’inquinamento atmosferico e, di conseguenza, all’aumento dei pazienti con difficoltà respiratorie dovute allo smog. “Significa che vediamo più pazienti con difficoltà respiratorie quando il pronto soccorso è già sotto stress per l’aumento dei casi di trauma“, conclude Rossetto, sottolineando l’urgenza di affrontare i problemi legati all’inquinamento per proteggere la salute pubblica e alleviare il carico sui servizi sanitari.

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