Fusione nucleare: un futuro di energia (quasi) illimitata 

Il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi ha affrontato l'argomento della fusione nucleare
MeteoWeb

L’obiettivo della fusione nucleare non è lontano: è quanto afferma il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, intervenuto all’evento sul tema organizzato oggi nella sede romana dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “La fusione nucleare potrebbe essere una fonte di energia quasi illimitata – dice Parisi – è fondamentale che la ricerca investa in questa direzione. I risultati finora ottenuti sono straordinari se si pensa a quello che sapevamo solo 50 anni fa, ci stiamo avvicinando sempre più all’obiettivo”. Il convegno vuole mettere in luce le tre componenti principali dell’attuale ricerca sulla fusione nucleare: i grandi esperimenti ora in costruzione come Iter, che coinvolge 35 paesi, e Dtt, progetto tutto italiano, il ruolo fondamentale dell’industria privata e, infine, la ricerca scientifica di base.

“La fusione nucleare è uno dei grandi temi del futuro”, dice all’ANSA Marco Tavani, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e membro dei Lincei. “Le sfide si sono rivelate più difficili di quello che si pensava inizialmente, è un settore che deve essere costruito mattone per mattone – prosegue Tavani – è questo il messaggio che vogliamo inviare ai cittadini e alle istituzioni”. In questi ultimi anni si è diffusa la consapevolezza che la fusione nucleare, in parallelo con le fonti di energia rinnovabili, possa rappresentare una soluzione a lungo termine per il problema della transizione energetica.

Lo sviluppo della fusione nucleare

“Tutti guardiamo alle potenzialità dello sviluppo della fusione nucleare”, commenta Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. “L’Italia ha un grosso problema energetico, siamo tra le nazioni che pagano di più l’energia. Trovare delle fonti di energia risolutive è, dunque, un obiettivo importantissimo. Eppure – continua Doglioni – nel nostro Paese è poco valorizzata l’importanza anche dei progetti privati, e molti giovani italiani vanno all’estero per realizzare le loro start-up”.

Condividi