Italia, riduzione di CO₂ fuori portata: l’obiettivo difficilmente sostenibile su scala europea

L'Italia a rischio di non raggiungere i target di decarbonizzazione UE: necessario raddoppiare il livello
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Il taglio delle emissioni di gas serra del -36% tra il 2005 e il 2023 “batte” quello europeo del -26%, ma rispetto al 1990 si ferma al -26% (contro il -29% della Ue) e presumibilmente non permetterà all’Italia di raggiungere i target imposti dal piano che fissa, a livello comunitario, un taglio della CO₂ del 55% entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che – evidenzia il report Zero Carbon Policy Agenda 2024, realizzato da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano – risulta essere difficilmente sostenibile su scala europea.

“Per come stanno le cose oggi non saremo in grado di raggiungere questi target ambiziosi – spiega Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy – e avere a che fare con obiettivi più realistici ci aiuterebbe a uscire dalla contrapposizione politica su alcuni temi e arrivare al 2030 avendo fatto progressi». Secondo il report, che Il Sole 24 Ore anticipa in esclusiva e che sarà presentato domani a Milano, negli ultimi 28 anni il nostro Paese ha tagliato circa 12 megatonnellate di anidride carbonica equivalente (MtCO₂eq: l’unità di misura dei gas serra, ndr) all’anno, grazie a una riduzione dei consumi energetici, alla delocalizzazione, alla crescita delle energie rinnovabili e a una maggiore efficienza energetica.

Per raggiungere il target europeo del 2030, però, il taglio dei gas serra dovrebbe viaggiare a una velocità quasi doppia, arrivando a 21 MtCO₂eq/anno, grazie a un focus su alcuni settori che hanno ancora un impatto troppo elevato: i trasporti (28%), la produzione di energia e calore (20%), che però nel periodo 2005-2023, ha quasi dimezzato le emissioni, e i consumi residenziali e commerciali (16%).

Il confronto con l’Europa e il ruolo dell’Italia

“In tutta Europa i trasporti sono arrivati tardi sulla strada della decarbonizzazione, ma la situazione italiana è più critica”, commenta Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy e reponsabile dello studio. E’ quanto si legge su Il Sole 24 Ore.

“Il taglio delle emissioni per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050 – toccando prima il «traguardo per il 2040» al -90% presentato dalla Commissione a febbraio – si inserisce nel più ampio percorso della transizione green che ha richiesto sforzi importanti dal punto di vista economico. Nel 2023 l’Italia ha investito nella decarbonizzazione oltre 127 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati, oltre un quarto del totale degli investimenti realizzati nel Paese: 90 miliardi nell’efficienza energetica (con il traino del Superbonus), quasi 20 miliardi nella spinta verso un’economia più circolare, circa 10 miliardi sono andati nelle rinnovabili, poco meno di 5 miliardi sono stati impiegati nella mobilità sostenibile. Parte di questi fondi sono arrivati dagli stanziamenti europei nell’ambito di Next Generation Eu – con l’Italia primo Paese per assegnazioni, oltre 194 miliardi – e di Repower Eu”, continua il giornale.

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