Maltempo, dai campi del Bolognese al mare: 60 milioni di metri cubi d’acqua pompati via

L'acqua arriva agli impianti idrovori di sollevamento della Renana che la alzano di livello per immetterla nel Reno
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A Bologna e dintorni piove sul bagnato e bisogna portar via l’acqua che i terreni allagati non riescono più ad assorbire. È questo il lavoro delle pompe idrovore e dei canali del Consorzio della Bonifica Renana. Gli allagamenti in pianura sono “in fase di graduale riduzione” e questo – spiega la Bonifica – è reso possibile dalla rete dei canali che stanno raccogliendo, “oltre alle piogge di pianura, per cui sono dimensionati e cui sono competenti“, anche le acque appenniniche scivolate a valle perché non assorbite dai terreni e fuoriuscite da rotte e sormonti demaniali.

Parte di questa acqua è finita nei canali e così arriva agli impianti idrovori di sollevamento della Renana che la alzano di livello per immetterla nel Reno e spedirla al mare. Infatti, il fiume scorre con argini più alti di 15 metri rispetto alla pianura.

Questo sistema di sollevamento sta lavorando “ininterrottamente” da venerdì scorso ed in particolare gli impianti idrovori nei nodi di chiusura dei bacini scolanti di pianura: Forcelli, Il Conte, Madonna, Malalbergo, Correcchio, Ladello, Vallesanta e Saiarino. Inoltre, 17 pompe idrovore mobili sono state collocate dal Consorzio nei territori più colpiti dagli allagamenti.

Pompati 60 milioni di metri cubi di acqua

Una volta passate le piene appenniniche, quando il livello del Reno scende, è possibile immettere i volumi confluiti nel sistema della Bonifica. La capacità massima di sollevamento del Consorzio è di 250 metri cubi al secondo: da venerdì ad oggi, le idrovore fisse e mobili della Renana hanno già pompato 60 milioni di metri cubi di acqua. Ma resta tutta l’acqua stoccata nei 2.000 chilometri di canali e nelle 26 casse di espansione della Bonifica Renana.

La capacità totale di accumulo del sistema consortile in pianura è pari ad altri 60 milioni di metri cubi di pioggia: attualmente le casse consortili hanno raggiunto il 70% della loro massima capacità di invaso. Le manovre dei questi giorni puntano a svuotarle progressivamente per poter continuare l’attività di smaltimento degli allagamenti in pianura ed in vista delle prossime precipitazioni.

Ancora allagamenti

La pioggia caduta ha gonfiato, ad esempio, il torrente Lavino, esondato in vari punti sia in sinistra che in destra idraulica verso Bologna. Dai sormonti del Lavino provengono i volumi d’acqua pedecollinari che hanno allagato tratti di viabilità e comparti urbani a Zola Predosa, Anzola, Casteldebole e Borgo Panigale, spiega la Bonifica Renana. Le masse idriche del torrente demaniale sono confluite anche nel reticolo di bonifica, coinvolgendo gli scoli Canalazzo, Biancana e Canocchia Superiore e causandone la tracimazione per eccesso di acque esterne, con conseguenti allagamenti di aree urbane e dell’uscita 2 della Tangenziale di Bologna.

Permangono situazioni critiche di allagamento nella zona di rottura Ghironda, nella zona allagata per rottura del Savena, tra Baricella e Minerbio, a Selva Malvezzi, a Campotto e il Consorzio sta valutando “ulteriori azioni specifiche e straordinarie per velocizzare ulteriormente lo scolo delle acque meteoriche dalle zone allagate“. Attualmente la Regione Emilia-Romagna sta lavorando sulla chiusura delle rotte del torrente Ghironda, del Savena e dei torrenti Quaderna e Idice.

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