Il governo al lavoro per tagliare i prezzi di bollette e carburanti: poche risorse, ma bisogna evitare la recessione

Domani la strategia del governo contro il caro-prezzi e anche contro le "truffe" e speculazioni, sulle quali è stata aperta un'inchiesta
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Il governo ha deciso di mettere in campo un pacchetto di aiuti per l’aumento dei prezzi, diviso in due step: in settimana arriverà il decreto taglia-prezzi per arginare subito i maxi-rincari su benzina e bollette e a breve termine (fra 10-15 giorni) sarà emanato un secondo decreto con i sostegni diretti alle famiglie, e soprattutto alle imprese, strette tra caro-energia, caro-carburanti e caro-materie prime.

E’ dallo scorso weekend che le riunioni di governo si succedono una dopo l’altro: l’obiettivo del premier Mario Draghi è fare presto, e dare ora un segnale ai cittadini e alle aziende in difficoltà, ma bisogna fare i conti con le risorse, che sono poche, attendendo il via libero del Consiglio europeo, per il quale ci vorrà il 24 e 25 marzo, in  risposta al contraccolpo economico della crisi in Ucraina che i bilanci nazionali non sono in grado di affrontare, come ha precisato lo stesso Draghi.

Per le imprese più esposte si sta cercando di introdurre una misura già nel decreto che dovrebbe arrivare in Cdm giovedì, insieme alla nuova road map per accompagnare l’uscita dall’emergenza Covid. A tal proposito, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha chiesto di dare ristoro alle attività che rischiano di finire nel baratro, e propone di rifinanziare con un miliardo il Fondo di garanzia per le Pmi e di creare un fondo ad hoc, con 800 milioni, per i ristori.

Per finanziare il taglio delle accise e il nuovo intervento per contenere di più e bollette del secondo trimestre – agendo anche sulle rate – si ricorrerà agli incassi Iva sopra le attese legati proprio agli aumenti dell’energia e dei carburanti, mentre rimane complessa l’estensione della tassa sugli extra-profitti a tutte le imprese energetiche.

Cingolani, che domani sarà in Parlamento, spiegherà la strategia del governo contro il caro-prezzi e anche contro le “truffe” e speculazioni – su cui la procura di Roma ha aperto un’inchiesta – che hanno fatto impennare il costo del pieno di benzina o gasolio, mentre i partiti chiedono di tagliare in modo corposo i prezzi dei rifornimenti alla pompa. Il Pd propone di scendere “sotto i 2 euro al litro“, ben più quindi del taglio da 15 centesimi che si ipotizza in queste ore. Nel pacchetto elaborato dai dem, che vale però “dai 3 ai 4 miliardi di euro a trimestre“, Antonio Misiani inserisce anche l’assegno energia lanciato dal segretario Enrico Letta, spiegando che si tratterebbe di fatto di ampliare la portata dell’attuale bonus sociale alzando il tetto Isee a 20mila euro. “Si passerebbe così da 2,5 milioni a 12 milioni di famiglie aiutate“. Matteo Renzi ha invece invitato il premier a un nuovo “Whatever it takes” ma energetico, per fissare “un tetto al prezzo del gas e della benzina perché altrimenti salta la fiducia degli italiani e si torna alla recessione nera energetico“.

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