Clima: il calo degli insetti necessari all’impollinazione mette a rischio l’agricoltura

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Il calo di popolazioni di insetti importanti per l’impollinazione delle colture agricole, come api e farfalle, è un rischio per l’agricoltura di tutto il mondo. A dichiararlo è stato l’organismo Onu per la biodiversità, la Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità ed i servizi agli ecosistemi. “I numeri, la distribuzione e la diversità delle popolazioni di api selvatiche e farfalle sono in diminuzione su base locale e regionale in Europa nordoccidentale e in Nordamerica” si legge nel rapporto del gruppo. Il declino è stato rilevato anche in altre aree del globo a causa della perdita di habitat, dei pesticidi, dell’inquinamento, delle specie invasive, dei patogeni e del cambiamento climatico. Secondo il rapporto dell’IPBES, nata nel 2012 non vi è una vera e propria minaccia alle forniture alimentari globali, ma è necessario proteggere gli insetti impollinatori per garantirne una produzione stabile di frutta e verdura. L’impollinazione è responsabile della produzione agricola influenzandone l’8%, mentre per la produzione annuale si parla di 577 miliardi di dollari. Più di tre quarti dei “principali tipi di colture alimentari globali” si fondano sull’impollinazione animale per la resa e la qualità, si legge nel rapporto. “Le specie dipendenti dagli impollinatori comprendono le colture di molti frutti, vegetali, semi, noci e olii che forniscono una grossa proporzione di micronutrienti, vitamine e minerali nella dieta umana” afferma l’IPBES.

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