Rinnovabili: Paesi in via di sviluppo superano quelli sviluppati negli investimenti

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Sembrerebbero crescere gli investimenti mondiali in energie rinnovabili sopratutto nei Paesi emergenti. La notizia è stata data dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente che mostra come i Paesi in via di Sviluppo abbiano, per la prima volta, superato i Paesi sviluppati. Nel solo 2015 gli investimenti in rinnovabili hanno toccato i 286 miliardi di dollari a livello globale battendo così il record del 2011. Fondamentale il contributo della Cina che ha investito 103 miliardi, oltre un terzo degli investimenti mondiali. Sono in crescita anche l’India ed il Sudafrica. Sembrerebbe essere in calo l’Europa, che ha visto una diminuzione degli investimenti. Il Regno Unito è al primo posto con 22,2 miliardi, ma in netto calo sono la Germania e la Francia.

Anche l’Italia sembrerebbe essere in calo. Per Greenpeace, che pubblica il rapporto “Rinnovabili nel mirino”, la colpa è del governo Renzi, reo di “affossare le fonti ‘green’ per favorire le trivelle e le fonti fossili“, con provvedimenti “a sfavore del fotovoltaico e dell’eolico” che “hanno già portato a una fuga di investimenti, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e a nessun beneficio sulle bollette degli italiani“. Per questo motivo, il referendum sulle trivelle ha anche un significato politico. Le fonti pulite hanno generato il 10,3% dell’energia consumata nel mondo: se non ci fossero state, nel 2015 avremmo immesso in atmosfera 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 in più. 

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