Agricoltura: consumi energetici in calo del 21% ma con efficienza risparmi fino al 70%

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I consumi di energia nel sistema agricolo-alimentare italiano sono diminuiti sia in termini assoluti (-21% da 16,79 a 13,3 Mtep) sia come quota parte dell’energia finale consumata in Italia fra il 2013 e il 2014 (dal 13% all’11,1%), ma restano spazi importanti per ulteriori riduzioni con soluzioni e tecnologie green, ad esempio nel settore alimentare che consuma il doppio di quello agricolo (8,57 contro 4,73 Mtep). Questa la fotografia presentata dall’ENEA in occasione del workshop “Efficienza Energetica per la competitività delle imprese agricole, agroalimentari e forestali”, organizzato dall’Agenzia con la partecipazione tra gli altri di GSE, CREA, Coldiretti, FIRE, Assoesco.

L’ENEA stima possibili risparmi energetici del 25% nell’irrigazione, del 70% nella ventilazione degli ambienti industriali e del 20% nella produzione e trasformazione agroalimentare con interventi di efficienza energetica e tecnologie verdi da applicare sia nella produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti, compresi fitosanitari e fertilizzanti, sia nella climatizzazione degli ambienti di lavoro. Si tratta di soluzioni con un tempo di ritorno dell’investimento da 5 a 7 anni basate principalmente su impianti di solar cooling, led ad alta efficienza e software per l’autodiagnosi energetica

Nell’ambito della filiera agricola, le coltivazioni in serra sono il settore più energivoro con un rapporto prodotto/energia pari a 0,04 contro 1,23 delle coltivazioni in pieno campo. Per ridurre i consumi energetici in questo settore l’ENEA ha sviluppato impianti di solar cooling che sfruttano la radiazione solare per produrre acqua refrigerata per la climatizzazione estiva e sistemi di serre sostenibili alimentati a energia fotovoltaica e illuminati a LED, basati su tecnologie colturali senza suolo, in un’ottica di risparmio di risorse e incremento della produttività (10 volte maggiore rispetto ai sistemi tradizionali). Inoltre, per aumentare l’isolamento termico, ridurre le emissioni e i consumi da climatizzazione, l’ENEA ha sviluppato modelli di tetti e pareti verdi, grazie a soluzioni tecnologiche innovative che ricorrono alla natura per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

A livello operativo, l’ENEA ha realizzato una guida  alle diagnosi energetiche per le imprese del settore, sulla base di 110 audit energetici di aziende europee, oltre ad attività di formazione, divulgazione, guide sulle best practice per comparto e lo sviluppo di software ad hoc per l’autodiagnosi, nell’ambito del progetto TESLA (Transfering Energy Save Laid on Agroindustry) per ridurre i costi energetici delle cooperative europee del comparto agroalimentare, in collaborazione con Legacoop, Confagri e altri centri di ricerca.

Un altro progetto per la riduzione dei consumi energetici delle PMI agroalimentari è SCOoPE (Saving COOperative Energy) che prevede il coinvolgimento di  81 aziende target e l’istituzione di sei cluster industriali per promuovere, fra l’altro, acquisti in comune  e l’utilizzo di procedure condivise per la raccolta e il monitoraggio dei dati per migliorare  l’efficienza energetica e ridurre i consumi di energia.

Ma non è tutto. In Italia il 3% del consumo di energia è imputabile agli sprechi alimentari, percentuale che equivale ai consumi energetici di oltre un milione e mezzo di abitanti. In questo contesto l’ENEA da anni è impegnata nella diffusione di buone pratiche sia per la riduzione degli sperperi di cibo e che per l’impiego degli scarti nella produzione di biogas.

Nei giorni scorsi l’ENEA ha firmato un accordo con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nel settore agricolo, forestale e nell’agroindustria, ottimizzando i consumi e migliorando i risparmi, in particolare delle attività a più alta intensità energetica. Il Protocollo prevede una rafforzata collaborazione fra l’ENEA e MiPAAF per migliorare l’efficienza energetica nel sistema agricolo-alimentare, diminuirne gli impatti ambientali e rafforzare il  trasferimento di  know-how e metodologie innovative, anche attraverso attività di informazione e comunicazione sui consumi di energia, in ambito nazionale e regionale, così come stabilito dalla Direttiva Europea 27/EU/2014.

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