Disastro ferroviario in Puglia, pochi mesi fa il rapporto di Legambiente: un’Italia a due velocità

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Soltanto sei mesi sono passati dalla presentazione di “Pendolaria 2015”, il dossier di Legambiente sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia.

Da quel rapporto emergeva un quadro ben chiaro: una Italia a due velocità, dove da una parte aumenta sempre più l’offerta di treni ad alta velocità modernissimi, dall’altra le linee regionali hanno subito tagli pesanti. Una Italia dove inoltre sia lo Stato che le Regioni continuano a favorire di gran lungo gli stanziamenti per le autostrade, a discapito delle ferrovie.

Si leggeva nel comunicato di presentazione di Pendolaria 2015, pochi mesi fa: “da una parte il successo di treni sempre più moderni e veloci che si muovono tra Salerno, Torino e Venezia – con una offerta sempre più ampia (nel 2014 +7,7% di passeggeri sui FrecciaRossa, ed una previsione di ulteriore cresciuta del 6-7% nel 2015) e resa più variegata dall’arrivo di Italo”. “Dall’altra la progressiva riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-22,7% dal 2010 al 2014) su tutte le altre direttrici nazionali, dove – si legge nel dossier – si è rimasti fermi agli anni Ottanta come tempi di percorrenza”.

Il dato più amaro in queste ore di strazio per l’incidente in Puglia, in cui almeno 27 persone sono morte e 50 sono rimaste ferite (bilancio ancora provvisorio), è quello relativo alla differenza fra Nord e Sud: “ogni giorno i treni regionali che circolano tra Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono meno di quelli della sola Lombardia (1.738 contro 2.300) – si legge nel dossier. “Non solo, quei treni sono anche più vecchi al Sud rispetto al Nord (20,4 la media di età contro 16,6) e sono più lenti, perché larga parte delle linee sono a binario unico e non elettrificate”.

Proprio il binario unico è stata una delle cause del terribile incidente di ieri.

 

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