Nella giornata di ieri molte zone della Sicilia centro-orientale, in particolare il messinese e l’alto catanese, sono state funestate da una importante fase di maltempo, con una lunga serie di forti temporali, rovesci di pioggia con rain/rate a fondo scala e occasionali grandinate di breve durata che hanno creato non pochi disagi fra l’ennese e il catanese. Come vi abbiamo anticipato nella giornata di ieri l’intensa ondata di maltempo, che si è resa persistente fino al pomeriggio/sera, con spettacolari temporali carichi di fulminazioni, caratterizzati da cellule convettive alte fino a 12 km (come quella che in mattinata ha sferzato il messinese), non è stata certamente eccezionale, anche se localmente l’entità delle precipitazioni, cadute in un arco temporale molto ristretto, ha creato parecchie criticità nel territorio. L’area più colpita è senza ombra di dubbio quella al confine fra le provincie di Catania e Messina, tra i comuni di Giarre, Calatabiano, Giardini Naxos, Gaggi, Taormina e Letojanni, dove i forti temporali della mattinata hanno scaricato un ingente quantitativo d’acqua che ha innescato le furiose ondate di piena di tutti i torrenti della zona. Alcuni di questi, come il torrente Beatrice a Calatabiano o il Letojanni nell’omonimo comune, sono esondati in più punti, allagando di fango e detriti i limitrofi centri abitati. Analizzando i dati forniti dalle stazioni SIAS presenti nel vicino retroterra montuoso della zona, fra Etna e Peloritani meridionali, emergono dei dati davvero molto importanti che ci danno una idea di quello che realmente accaduto durante l’intensa fase temporalesca.
Su tutti sorprende il dato della stazione di Antillo (che con lo Scirocco può vedere veri e propri diluvi), splendido paese collocato all’interno della Valle d’Agrò. Durante i violenti temporali il pluviometro della locale stazione, gestita dal SIAS, ha registrato un accumulo complessivo di ben 249 mm, anche se per problemi tecnici, dovuti ai tanti lack out avuti in zona, il valore di ieri era rimasto fermo a soli 150 mm. Se andiamo a consultare i dati accumulati nelle singole ore noteremo degli apporti consistenti nel giro di poco tempo. Ad esempio, in appena 20 minuti sarebbero caduti oltre 24.3 mm, mentre in meno di due ore (dalle 11:40 alle 13:30) si sono archiviati oltre 83.6 mm, un valore davvero molto rilevante che sta ad indicarci la consistenza dei fenomeni che hanno investito le aree più interne delle valli ioniche peloritane, come l’Alcantara, la Valle d’Agrò, quella del Savoca e del Nisi. La gran quantità d’acqua caduta ha alimentato le principali fiumare che in pochissimi minuti sono scese lungo le aree di foce con imponenti ondate di piena che hanno trascinato in mare, sullo Ionio, una gran quantità di sabbia e detriti di ogni genere. Oltre al dato di Antillo, molto consistente, non sono certo da meno i 129 mm caduti a Fiumedinisi (poco più a nord di Antillo, lungo la vallata del Nisi che rimane aperta agli impulsi umidi sciroccali) e i 99 mm di Linguaglossa che con le correnti orientali è abituata a perfomance migliori. Sempre nel messinese non possiamo non citare i notevoli 150 mm stabiliti dalla caserma di Ziriò, sui colli sopra la città di Messina.
Eppure non si tratta di dati eccezionali; nel Novembre 1958 Antillo era riuscita a stabilire oltre 1296 mm in meno di un mese