Analisi della tracimazione del lago di aria fredda da una dolina carsica

Da Piano Ruggio al Piano Grande di Masistro: ecco come avviene la tracimazione del lago di aria fredda da una dolina carsica
MeteoWeb

Di seguito vi presentiamo un’analisi dettagliata di un fenomeno particolarissimo e ancora molto poco conosciuto che MeteoWeb ha osservato attraverso l’installazione della stazione di rilevamento nel Piano Grande di Masistro, monitorato dall’Ottobre del 2010. Abbiamo ampiamente parlato del Piano Grande di Masistro, la seconda dolina carsica del Sud Italia ad essere monitorata dopo il celeberrimo Piano Ruggio. Il Piano Grande di Masistro è una vasta conca dell’Orsomarso, situata naturalmente nel Parco Nazionale del Pollino, il cui punto più depresso arriva a toccare i 1199 metri s.l.m. Nel mese di Gennaio 2021 abbiamo rilevato un’importante minima di -19.1°C, e nonostante il valore risulti sicuramente degno di nota in relazione alla sua latitudine e alla sua altitudine, siamo coscienti che l’orografia della conca potrebbe permettere valori ancora più freddi. Ma allora perchè Masistro nonostante un’orografia forse ancor più interessante di Piano Ruggio, presenta tantissime risalite termiche notturne? Per rispondere a questa domanda è necessario prendere in considerazione una porzione un pò più ampia dell’area in questione, entro la quale fa parte anche una dolina limitrofa: il Piano di Mezzo. Quest’altra dolina carsica è situata praticamente accanto alla vicina più grande, ma è posta leggermente più in quota. Entrambe subiscono un fortissimo raffreddamento radiativo nelle ore notturne, tanto che il Piano di Mezzo nell’inverno di monitoraggio (2010-2011) ha raggiunto i -14°C. Quest’ultima dolina, come dicevamo, è ben più piccola e meno profonda di Masistro, per cui per ovvie ragioni, tenderà a riempirsi più velocemente durante il corso della notte.

Come abbiamo ben descritto in precedenza, il lago di aria fredda una volta raggiunta la sella di esondazione, tenderà a tracimare lungo il bordo esterno della dolina stessa. La casualità dell’orografia ha voluto che la sella di esondazione di entrambe le doline fosse in comune, per cui il bordo esterno di una, rappresenta quello interno dell’altra. Nel corso della notte, a particolari condizioni, si verifica grazie alla gravità (l’aria molto fredda è un fluido che tende a comportarsi in modo molto simile all’acqua), una tracimazione del lago di aria fredda dal Piano di Mezzo al Piano Grande di Masistro. Il risultato di tale fenomeno, è un’intensificazione notevole del vento, che va a rimescolare i bassi strati del fondo del piano Grande, ed erode il lago di aria gelida che sino a quel momento si era creato, con conseguente rialzo termico. Non conosciamo al momento le condizioni necessarie affinchè il fenomeno possa verificarsi, nè tantomeno la forza del flusso che viene a formarsi o il momento preciso di innesco, ma sappiamo solo che questo fenomeno tende a verificarsi con valori molto freddi; non a caso nella stagione calda, Masistro è capace di superare abbastanza frequentemente le minime registrate nella conca di Piano Ruggio. In altre doline monitorate, si è notato come questo flusso discendente possa arrivare a misurare velocità prossime ai 5 m/s, incanalandosi e acquistando velocità sempre più elevate quando l’orografia lo permetta. Il Piano Grande di Masistro quindi, in tantissime e gelide notti invernali, fa notare un’impennata termica proprio nelle ore più fredde, con vento orografico in rinforzo e mettendo fine all’inversione termica sino a quel momento in atto.

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