“Quando si verificò il terribile terremoto del 1908 si registrarono attività in tutti i vulcani siciliani“: lo spiega il sismologo dell’INGV Gianluca Valensise ai microfoni di MeteoWeb. L’attività vulcanica fu dunque un segno precursore di quanto stesse per accadere, un segnale chiaro e inconfondibile. E sarebbe inconfondibile ancor di più oggi, grazie alle osservazioni costanti, da parte degli esperti, dei movimenti e dei segnali che arrivano dal sottosuolo. “Quanto accaduto ieri, invece, – precisa Valensise – centra poco o nulla con i terremoti, ed è proprio questo che preoccupa: si tratta di parossismi improvvisi e imprevedibili che non necessitano di input perché accade tutto all’interno del vulcano“.
Già nel 2002 si era verificato un’eruzione simile dello Stromboli, che provocò uno tsunami nel basso Tirreno. “L’eruzione del 2002 – precisa Valensise – coinvolse anche la Sciara del Fuoco (un’ampia e ripida parete di sabbia vulcanica che si erge sul lato nord-est della costa stromboliana, ndr), ma vi furono eruzioni ben più grandi e importanti negli anni ’30, quando l’isola si è spopolata e la gente l’ha abbandonata per poi tornare tra gli anni ’50 e ’60“, quando le potenzialità turistiche del luogo attirarono l’attenzione e fecero in modo che Stromboli si ripopolasse.
Creare allarmismi, alla luce di quanto accaduto in passato, è dunque inutile sebbene la soglia di attenzione debba restare alta: quanto accaduto ieri potrebbe essere un caso isolato o potrebbe riaccadere nuovamente a breve, causando danni ancora più ingenti. Purtroppo non è dato saperlo e nemmeno gli esperti possono fornire risposte in tal senso: l’attività dello Stromboli è costante ma a bassa energia, episodi come quello di ieri, in cui si sprigiona una grande quantità di energia, ‘non avvisano’ prima ed è dunque impossibile prevederli. “Lo tsunami se si verifica arriva in pochi minuti – ha precisato Valensise –, non è come un terremoto e non è dunque possibile fare previsioni“.
Quel che è certo è che il parossismo avvenuto ieri è classificabile tra le esplosioni più forti da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, ovvero dal 1985, e le strategie in questi casi servono a poco: ci saranno altre eruzioni? Quali saranno le evoluzioni dell’evento di ieri? Si possono verificare onde anomale? Nulla è certo tranne il fatto che non vi siano segnali precursori.
Intanto mentre scriviamo c’è ancora qualche focolaio tra le sterpaglie, un paio di piccole barche a vela e una lieve foschia: questo è il paesaggio che si gode dall’Aliscafo “Ammari” della Liberty Lines, appena attraccato sul molo di Stromboli. Il vulcano ora appare tranquillo. Il comandante Giancarlo Porcì, al timone dell’aliscafo, dice: “Siamo 56 a bordo, di solito ci sono più persone, ma penso sia normale e non c’è nulla di preoccupante“. Mentre sulla spiaggia “Petrazze” i turisti fanno il bagno, sul molo – a scopo precauzionale – un posto di comando avanzato dei vigili del fuoco.
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