In Friuli Venezia Giulia il Maltempo ha distrutto un’altra foresta di violini, dopo quella di Paneveggio, famosa per il legno degli Stradivari, sono stati abbattuti anche gli abeti rossi della foresta della Valseria. E le guide alpine avvertono: “E’ stato duramente colpito il patrimonio ambientale nazionale. Abbiamo visto con i nostri occhi un’energia del vento come in mare aperto ma siamo in montagna”. In 26 comuni della Carnia c’è l’obbligo di bollire l’acqua mentre il paesino di Forni Avoltri è senza acqua. “Isolate intere valli come la val Cellina, Val Vajont, Val Degano, l’alta Val Tagliamento, la zona di Sauris e dal Friuli la località turistica di Sappada per non parlare delle diverse frazioni isolate in un territorio di 300 km quadrati”, ha dichiarato Franco Polo, coordinatore delle guide ambientali escursionistiche Aigae del Friuli Venezia Giulia che è in costante contatto con le guide che sono sul posto. “Un esempio per tutte – ha spiegato – la statale 251 interrotta da domenica a questa mattina per l’esondazione del Cellina eppure lo stesso tratto era stato costruito e riparato nel 2015 con la promessa che l’esondazione non si sarebbe più verificata per almeno 7 anni”. E ancora “paesi senza corrente elettrica, 26 comuni in Carnia con l’obbligo di bollire l’acqua perché gli acquedotti sono mal ridotti, mentre il paese Forni Avoltri è senza acqua”.
“Il danno al patrimonio naturale è pesante con ferite che non si rimargineranno subito”, ha continuato Polo, spiegando: “Dopo quella di Stradivari è andata abbattuta anche un’altra foresta dei violini: la foresta della Val Saisera. Era l’estremo baluardo difensivo dell’Impero Asburgico. La foresta degli abeti rossi che hanno dato vita a violini oggi famosi nel mondo”. Ma tutte “le valli delle Dolomiti friulane, zona Unesco, sono inaccessibili per le frane. Siamo dinanzi ad un danno di cui non abbiamo ancora coscienza. Ho visto interi versanti con schianto di alberi e penso all’inevitabile dissesto che seguirà. Il bosco del Pradut è praticamente raso al suolo. Inaccessibile anche il mitico campanile di Val Cimoliana. I luoghi di Mauro Corona colpiti e feriti. Ciò che colpisce non è l’acqua delle alluvioni, ci siamo abituati, ma l’energia del vento, forte come in mare aperto. Ma qui siamo in montagna e se il vento entra in valle prende velocità. E’ un fenomeno sempre più frequente. Ora tocca ricostruire preservare e capire che si può ancora vivere con la natura anche perché queste zone sono un inno alla vita”.
Aigae ha voluto anche lanciare un messaggio di solidarietà: “Esprimiamo profonda solidarietà – ha dichiarato Filippo Camerlenghi, presidente nazionale delle guide ambientali escursionistiche Aigae – e confermiamo la nostra disponibilità nell’essere al fianco di tutte le popolazioni colpite anche nella fase post – emergenziale. Piangiamo con i loro cari tutte le vittime. Siamo al fianco di tutto l’indotto duramente colpito ed al più presto penseremo ad iniziative mirate così come accadde in occasione del terremoto che colpì l’Italia Centrale”. “Il Patrimonio Ambientale italiano ha subito un duro colpo, praticamente senza precedenti”, aggiunge il presidente Aigae, avvertendo: “Intere foreste, boschi ed aree Unesco ritenute Patrimonio dell’Umanità sono state praticamente rase al suolo con paesaggi esteticamente modificati”. “Aigae – conclude il presidente – c’è, è al fianco di tutti i popoli colpiti. Le nostre guide al momento stanno anche operando sul territorio, in quanto sentinelle di quei borghi e di quei luoghi”.